Mercoledì Dicembre 04, 2024
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 Prendo lo spunto dalla notizia riportata da Milano Finanza di oggi, 14 giugno, per alcune considerazioni sulle ristrutturazioni aziendali paragonate alla situazione di crisi dell'azienda Italia.

Questa è la notizia:

Aumentano le entrate tributarie, ma è nuovo record del debito pubblico italiano. Secondo i dati del supplemento al bollettino statistico di finanza pubblica della Banca d'Italia, ad aprile le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 29,2 miliardi, in crescita del 3,9% (1,1 miliardi) rispetto a quelle dello stesso mese del 2012 (28,1 miliardi).

In tutti i primi quattro mesi di quest'anno sono cresciute fino a quota 113,050 miliardi di euro (+1,58%) rispetto allo stesso periodo del 2012. Ma il debito delle amministrazioni pubbliche ad aprile è salito di 6,5 miliardi rispetto al mese
precedente, raggiungendo i 2.041,3 miliardi. A gennaio erano 2.022 miliardi, poi a febbraio l'illusione di una discesa a 2.017 per risalire a marzo a 2.034 miliardi e ora un nuovo incremento.

L'aumento riflette principalmente il fabbisogno delle pubbliche amministrazioni, parzialmente controbilanciato dalla diminuzione di 3,9 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro. In quattro mesi, il fabbisogno delle pubbliche amministrazioni si è attestato a 46,6 miliardi, superiore di 0,5 miliardi rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2012.

Vediamo l'Italia come un'azienda in crisi che deve essere ristrutturata. Cosa fare?

Dopo aver cambiato il management i nuovi dirigenti dovrebbero esaminare attentamente tutti i costi, tagliare senza esitazione tutto ciò che l'azienda non si può permettere di pagare, investire parte dei soldi risparmiati nel rilancio del business.

Questo è ciò che accade quotidianamente in molte aziende in crisi. A costo di scelte molto dolorose l'azienda ridimensiona le sue esigenze di cassa in funzione delle sue entrate, sviluppa un nuovo programma e riparte. Ricominciando a creare valore per chi nell'azienda lavora e per chi nell'azienda investe.

Per ora in Italia accade l'esatto opposto di un turnaround ben gestito: non solo non si tagliano i costi ma si aumentano le spese. E per coprirle non si aumenta il fatturato vendendo più prodotti e servizi (PIL) ma si continuano ad aumentare le tasse.

Serve un cambio di direzione deciso e coraggio da parte di chi gestisce questo delicato passaggio.

Serve lungimiranza e visione di lungo termine.

 

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