Mercoledì Dicembre 04, 2024
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 La stretta al credito allenta la morsa in tutta Europa. In Italia no. Nel primo trimestre del 2013, infatti, l'indagine trimestrale della Banca centrale europea ha messo in evidenza come l'accesso al credito sia migliorato per le imprese e le famiglie ma si è accentuato il calo netto della domanda di prestiti, soprattutto tra i privati.

Nei primi tre mesi, per l'area euro nel suo complesso, secondo i dati dell'istituto di Francoforte, "l'irrigidimento netto dei criteri di concessione dei prestiti applicati dalle banche alle imprese è diminuito, portandosi al di sotto della media storica calcolata dall'inizio dell'indagine nel 2003. Anche quello sui prestiti per l'acquisto di abitazioni ha mostrato un'attenuazione, pur rimanendo lievemente superiore alla relativa media storica. Per quanto riguarda il credito al consumo, il livello di irrigidimento netto si è mantenuto ampiamente in linea con la media storica". Luci e ombre. Se nell'Eurozona si comincia, seppur in lontananza, a scorgere un po' di sereno, nel Belpaese è ancora buio pesto. Secondo i dati della Banca Centrale a marzo è cresciuta ancora la contrazione dei prestiti bancari ai privati. In dettaglio, i finanziamenti sono scesi su base annua dell'1,6 per cento, contro il -1,4 per cento di febbraio. I prestiti alle famiglie sono scesi dello 0,8 per cento sui 12 mesi (-0,7 per cento a febbraio), quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 2,8 per cento (-2,7 punti percentuali a febbraio).

Nel nostro Paese, insomma, non c'è nessun respiro per aziende e famiglie soffocate dalla crisi. Difficile, in questo caso, non notare come le lobby bancarie abbiamo un peso specifico differente in Italia rispetto al resto di Eurolandia. Sì perché di positivo Bankitalia non ha comunicato nulla. O quasi. L'unica nota con segno più riguarda il calo degli interessi sui mutui. Secondo i dati dell'istituto, infatti, i tassi sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono diminuiti al 3,90 per cento (3,98 per cento a febbraio) e quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono diminuiti al 9,64 per cento (9,78 a febbraio). I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie, invece, non hanno subito grosse variazioni.

Le banche nostrane, comunque, fanno quello che vogliono. Il nostro è il Paese europeo dove costa di più aprire un conto corrente (in media 250 euro). Ma non solo. E' anche meno semplice accedere alle informazioni sui costi per comparare le offerte dei diversi istituti. Tariffe poco chiare, con tempi biblici per passare da una banca all'altra. Una situazione che ha reso necessario l'intervento della Commissione europea, decisa a lanciare una nuova normativa per tagliare drasticamente i tempi impiegati dagli istituti e promuovere la trasparenza sulle spese. "Abbiamo avuto risultati deludenti dall'autoregolamentazione e quindi abbiamo deciso di intervenire", ha spiegato il commissario al Mercato interno, Michel Barnier, stufo di attendere che le banche trovino da sole un modo per andare incontro alle esigenze dei consumatori. Per questo motivo si è resa necessaria una direttiva da Bruxelles.

Tre i punti fondamentali. Per prima cosa assicurare che tutti abbiano un conto in banca, una sorta di diritto come quello di possedere la carta d'identità. Nessuna scusa, quindi, o lunghe trafile allo sportello per aprire un conto corrente che dovrà anche essere gratuito per chi non può permettersi di pagare le spese, troppo alte, di mantenimento. A garantirlo ci dovrà pensare lo Stato. Il secondo ambito riguarda le tariffe che devono essere trasparenti: le banche avranno l'obbligo di pubblicare un opuscolo con tutti i costi dei maggiori servizi e commissioni. L'idea è quella di creare un sito web indipendente dove pubblicare i costi di tutte le banche, in modo da rendere il confronto per il consumatore il più semplice possibile. E per finire al cliente deve essere garantita una rapidità di migrazione. Basta lungaggini e difficoltà burocratiche. Se si desidera cambiare istituto, il trasferimento delle utenze dovrà avvenire in un massimo di 15 giorni. "Deve essere facile trasferire tutte le operazioni", ha spiegato il commissario ai Consumatori, Tonio Borg, "il passaggio delle domiciliazioni avviene difficilmente e scoraggia i clienti a cambiare banca". Insomma, da Bruxelles dicono basta: la musica allo sportello dovrà cambiare.

Fonte: Yahoo! Finanza del 10 maggio 2013

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